La libertà d’espressione satirica di un Paese corrisponde al suo gradiente di democrazia.
Ogni religione, senza sense of humor, diventa fanatismo.
Da un punto di vista antropologico, non puoi avere una religione senza un nemico.
La ragione sociale delle religioni è dare ai fedeli un senso di superiorità rispetto a un nemico immaginario.
La repubblica, la separazione dei poteri, il suffragio universale, la
libertà di coscienza, l’eguaglianza dell’uomo e della donna non derivano
dalla religione, che li ha anzi a lungo combattuti.
Per un autore satirico, tutto può essere commentato in modo arguto. La satira esprime un’opinione. L’unica idea che anche in democrazia non può essere ammessa è quella violenta.
La satira sulla religione non offende le persone, solo i loro pregiudizi.
La libertà di parola non serve a niente, se non è garantita anche la
vostra libertà di poterla ascoltare, quella parola. La censura le
cancella entrambe: due piccioni con una fava.
La censura alla satira è insopportabile. E’ una
mordacchia alle opinioni e alla fantasia. Qual è il limite
dell’immaginazione ? Perché devono stabilirlo altri, per me e per voi?
C’è chi proibirebbe la satira sulla religione perché i sentimenti religiosi
vanno rispettati. Ma può un autore satirico rispettare i sentimenti di
chi crede all’esistenza di un essere invisibile nel cielo che punisce le
azioni umane? Giove, intendo.
Altri, di solito i tromboni, si appellano
al buon gusto. Ma la satira non ha niente a che fare
col buon gusto. Come ricorda Mel Brooks, la satira se non è eccessiva
non fa ridere.
Molti, infine, eviterebbero la satira religiosa per non
fomentare l’odio. Ma l’irriverenza satirica non è odio: è solo irriverenza. Se uno dimentica questo, davvero non se ne esce.
Le religioni sono pericolose. Non puoi correggere un’istituzione quando è
una religione. Guardate come i musulmani lapidano le loro donne. Non
potrebbero farla franca, se non fosse per motivi religiosi. L’odio viene
da qualche meandro profondo, ma le religioni gli danno una cornice
nobile.
Ogni religione pensa che le altre siano una superstizione. La satira pensa che TUTTE siano una superstizione.
Nel vecchio testamento, il Dio di Isacco sconfigge i popoli che credono
nei falsi dei. Il nuovo Dio unico è un Dio guerriero e vincitore: il Dio
di popolazioni nomadi guerriere che invadevano col loro bestiame i
territori coltivati da popolazioni agricole stanziali, i Cananei, di
religione matriarcale. Divinità della religione matriarcale: il
serpente, che per la religione vittoriosa diventerà il simbolo del
diavolo.
“La verità è ciò che è, non ciò che dovrebbe essere” (Lenny Bruce)
(Alcune riflessioni di Daniele Luttazzi)